Intervista a Ilde Brambilla: l’arte del ricamo e la passione di una vita

Intervista a Ilde Brambilla: l’arte del ricamo e la passione di una vita

QB: Parlami un po’ di te: chi sei, le tue passioni, di cosa ti occupi?

Ilde: Mi chiamo Ilde Brambilla, ho 83 anni e da sempre nella mia vita c’è una passione profonda: quella per il ricamo. Ogni giorno, prendendo ago e filo, mi immergo in un mondo fatto di creatività e precisione, dove il tempo sembra fermarsi. Quando non sono impegnata in questa attività, mi dedico ai miei adorati nipoti, che riempiono le mie giornate di gioia e amore. Con loro condivido storie, esperienze e un po’ della saggezza che la vita mi ha insegnato.

QB: Che scuola hai frequentato? Da cosa è nata la tua passione per il ricamo?

Ilde: Ho frequentato la scuola fino alla quinta elementare. Amavo studiare e avrei voluto continuare, ma, all’epoca, molte famiglie orientavano i figli verso percorsi più pratici. Fu mia madre a spronarmi a imparare un mestiere, e così iniziai a frequentare una scuola di ricamo gestita dalle suore. Ho dedicato sei anni a perfezionare questa arte presso la scuola Le Canossiane a Lesmo, partendo ogni mattina alle 8:40 e rientrando la sera alle 18. La retta costava 250 lire, a cui si aggiungevano 25 lire per il pranzo.

Un periodo particolare della mia vita fu quando mi ammalai di Tubercolosi, erano gli anni 60 del 1900 e trascorsi oltre un anno in un sanatorio sul Monte Barro. Anche in quel contesto, il ricamo mi accompagnò, dandomi conforto e permettendomi di continuare a imparare. Fu lì che incontrai l’amore della mia vita, Pietro, una persona che ha arricchito il mio cammino.

Uscita dal sanatorio però, ho continuato a lavorare in altri settori, come quello farmaceutico presso l’azienda Vismara, dove mi occupavo di prodotti chimici e medicinali. Ma il ricamo è sempre rimasto il filo conduttore della mia vita. Ricordo con piacere quando a scuola dalle suore raccoglievamo rose per studiarne ogni dettaglio: la forma dei petali, le sfumature dei colori, tutto diventava ispirazione per trasformare ago e filo in opere d’arte.

QB: Parlami delle tecniche di ricamo che utilizzi.

Ilde: Il mio strumento prediletto è il telaio. È fondamentale per mantenere il tessuto ben teso, garantendo precisione e armonia nei dettagli. Lavorare con il telaio mi permette di creare opere ordinate e curate, con punti che rispecchiano il mio amore per la perfezione. Ogni creazione è frutto di un’attenzione meticolosa, un processo in cui ogni dettaglio ha la sua importanza.

QB: Cosa significa per te il ricamo?

Ilde: Per me, il ricamo non è solo una tecnica o un passatempo: è un’arte che custodisce storie, memorie e tradizioni. Ogni punto rappresenta un frammento di me stessa, un pezzo della mia storia che prende forma. Questa passione mi regala serenità e soddisfazione, e mi connette profondamente alle mie radici, a un tempo in cui ogni cosa era fatta con pazienza, amore e dedizione.

Il ricamo è il mio modo di lasciare un segno, un’eredità tangibile che racconti chi sono e cosa amo. Fino a quando potrò, continuerò, creando bellezza e tramandando una tradizione che sento il dovere di preservare.

Abbiamo scelto di raccontarvi la storia di Ilde Brambilla perché, in un mondo sempre più frenetico, è raro incontrare persone che custodiscono e tramandano arti tradizionali con tanta dedizione, amore e pazienza. Oggi le scuole di cucito, e in particolare quelle di ricamo, sono sempre più rare, spesso ridotte a corsi brevi che offrono solo una conoscenza superficiale. La storia di Ilde ci ricorda che il ricamo è un’arte che richiede tempo, pazienza e amore, virtù preziose che meritano di essere celebrate e trasmesse alle nuove generazioni.

A presto.

QB🌸

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